Non ci eravamo proprio preparati per andare in Sardegna questa volta! ma si sa che spesso le feste riescono meglio se sono inaspettate, quelle in cui non ci si organizza per niente.
Così mercoledì e giovedì sono a scalare a Riva con una coppia di amici americani in viaggio di nozze in Europa. A fine giornata dopo un paio di drink mi chiedono se conosco la Sardegna e così senza farmelo chiedere due volte venerdì sera mi imbarco sul primo traghetto per Olbia, dopo essermi assicurato un posto per dormire al B&B dell’amico Chicco. Il programma è entusiasmante: un giorno per scalare la Cima dell’isola di Tavolara, raggiunta in gommone la mattina di sabato, un giorno per arrampicare nella mitica Aguglia di Goloritzè, una giornata di “riposo” alle falesie di Cala Gonone e per finire una giornata di canyoning alla grandiosa gola di Badde Pentumas.
Sabato mattina come scendiamo dal traghetto passiamo a depositare i bagali e dopo un veloce caffè siamo già al porto di Puntaldia dove ci attende il gommone per Tavolara. Il mare è piatto e in cielo non c’è una nuvola, la temperaturaè perfetta, per essere il primo di novembre è decisamente caldo! Ad aspettarci oltre a Chicco e Silvia ci sono gli amici Annalisa e Lucio, Sonia, Monica e Nik. In mezz’oretta di gommone raggiungiamo il porticciolo di Tavolara in una calma quasi irreale. Per chi è abituato a passare in questi posti in stagione sa che non incontrare nessuno e non sentire una voce per tutto il giorno è assolutamente impossibile, oggi si può!
La salita a Tavolara inizia subito brusca e ripida nel bosco rado di ginepri e olivastri, dopo una ventina di minuti troviamo il primo passaggio attrezzato con una corda, poi una iscala a Fuestes, la tipica scala di ginepro anticamante utilizzata dai pastori per aiutarsi a superare i passaggi più ostici dei loro percorsi. Qui però la scala è stata recentemente posizionata dalle guide locali.
Dopo un breve tratto ancora difficile aiutato da una corda segue un lungo sentiero facile nel bosco che ci porta nella parte Nord dell’Isola dove possiamo facilmente individuare il percoso per la cima.
Una breve ma esposta via ferrata ci porta prima ad una selletta, dalla quale in dieci minuti ci avviciniamo alla seconda ferrata più ripida e poi in altri dieci minuti alla cima.
Qui assistiamo ad uno spettacolo incredibile: una famiglia di capre, quattro adulti e due piccoli sembrano persi in mezzo alle verticali pareti dell’isola, i due piccoli belano spaventati e il capobranco gira avanti e indietro per cercare un passaggio, ma dalla parte in cui si è spostato sembra veramente impossibile uscirne, sotto di loro 4/500 metri di parete verticale, un piccolo errore per ognuno di essi e si troverebbe spiaccicato sulla strada militare sottostante. Assistiamo tutti in silenzio con il nodo alla gola pensando veramente che la situazione possa essere compromessa fino a quando dopo vari tentennamenti il capobranco riesce ad uscire sulla cresta sommitale arrampicandosi su passaggi di sicuro terzo grado. Ma i cuccioli come faranno ad uscire? ce la faranno? incredibilmente anche l’ultimo dopo vari tentennamenti riesce a spiccare il salto decisivo che lo porta fuori dal pericolo. Ovviamente dalla nostra postazione esce un applauso liberatorio, probabilmente eravamo più spaventati noi di loro!
La discesa avviene attraverso un altro percorso con una calata in corda doppia che ci porta alla base delle ferrate e poi in un’oretta a fare il bagno nello splendido tramonto di Tavolara. Prima di salutarci Annalisa e Lucio ci invitano per la sera seguente a cenara a casa loro.
Domenica dovrebbe essere la volta di Goloritzè ma visto l’invito a cena decidiamo di posticipare e di andare ad arrampicare alla falesia di Cala Fuili, nel mare di Calagonone, tra un bagno ed un’arrampicata la giornata passa in fretta e la sera siamo a provare la fantastica cucina locale di Annalisa e Lucio: pecora in cappotto ed altre leccornie sarde contornate da cannonau e mirto a volontà.
La mattina Kevin è ko e ci accontentiamo di un’arrampicata più soft ma non per questo meno bella nella falesia di Posada.
Martedì è la volta di Badde Pentumas un canyon Grandioso che sfocia nell’altopiano del Lanaitto. Si raggiunge da Oliena in direzione della sorgente di Su Gologone dietro al Monte Cusidore, la montagna simbolo dell’alpinismo in Sardegna. Con un paio d’ore di ripida salita si imbocca il Canyon da un impressionante finestra dalla quale si riesce a vedere tutto lo sviluppo della valle. La discesa è intervallata da 13 calate in corda e da dei brevi tratti di cammino per 4 ore di vera avventura in uno dei luoghi più selvaggi della Sardegna.